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Le armi sfilano alle fiere internazionali dell'industria della difesa

E’ evidente l’intento satirico del manifesto e l’amara ironia del titolo: la scena ripropone l’assetto di una sfilata d’alta moda con soggetti impegnati a preparare o condurre conflitti armati.

Figure rese con un espressionismo grottesco assistono alla sfilata degli armamenti che verranno acquistati. Sono le categorie principali coinvolte nella produzione e nel commercio delle armi: alti gradi della finanza, dell’esercito e potenti industriali e commercianti, tutti alleati per affermare una certa visione di “progresso”.

Le armi che sfilano si mostrano quali top model, con una variazione della postura delle gambe snelle che non paiono risentire della pesantezza del corpo/bomba e costituiscono un repertorio significativo di quanto si offre a disposizione degli acquirenti: bombe al neutrone (N) e all’idrogeno (H), missili forse di diversa gittata, insieme ad una ulteriore versione di bomba che mostra vanitosamente i suoi mutandoni rossi.

Il manifesto, prodotto dalla Lega degli Obiettori di Coscienza (L.O.C.) di Saronno, è privo di data ma risale presumibilmente agli anni ‘70 - ‘80.


A cura del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La prima mostra "Camminare per la pace" fu preparata dal CDMPI ed esibita a Bologna nel 2009 in occasione della Prima Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, con una pubblicazione che ripercorreva la storia delle marce e dei cammini, aggiornata nel 2016, con le Marce nazionali per la Pace di Capodanno.

Quest'anno si svolge la Terza marcia Mondiale e nell'ambito dell'iniziativa "Segni di Pace" (vedi articoli precedenti) viene riproposta la mostra con nuovi manifesti selezionati dalla raccolta del Comune di Casalecchio di Reno (Bologna).

Sulla base della guida-catalogo scritta da Vittorio Pallotti nel 2009, si sta preparando la nuova edizione 2025 con l'editore Multimage.

Ingresso alla Sala della Meridiana, Piazza dei Contrari, Vignola

 

Vista della mostra dei manifesti nella Sala Meridiana

 

Installazione "Deflagrazione" di Francisco Cuzzi, 2024

 

Il rischio dell'ideologia militare è sempre presente nelle nostre società

Il manifesto olandese, del 1981, non presenta un messaggio scritto ma, con una grafica incisiva e inequivocabile nella sua interpretazione, indica la possibile trasformazione dell’individuo da cittadino libero a soldato inquadrato, se incapace di reagire ai meccanismi autoritari attraverso cui gli apparati di potere spesso agiscono. Piano piano, attraverso norme e leggi ad hoc e con l’uso di potenti strumenti di comunicazione, si inculcano valori e convinzioni che rendono le persone culturalmente meno indipendenti e quindi assuefatte e allineate ai modelli imposti.

Il manifesto invita dunque a porre attenzione al fatto che nelle nostre società è sempre latente il rischio di sviluppare forme di asservimento e annullamento della personalità. Forme che trovano la loro massima espressione nella ideologia e nella pratica militare.

Nel disegno, da figure di civili caratterizzate e distinte si passa man mano, attraverso una sequenza di frame, a elementi dalla postura e abbigliamento militare, fino ad arrivare ad una uniformità di volti vuoti in figure spersonalizzate perfettamente allineate che marciano a passo d’oca come automi quasi fossero ad una parata militare.

Merita ricordare che, nella sua ostentazione di virilità e prestigio, il passo d’oca esercitò un fascino non indifferente sul fascismo, tanto che Mussolini lo fece adottare nel 1938 ribattezzandolo passo romano.


A cura del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale