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Dopo la pausa estiva, ritorna la pubblicazione mensile in Casalecchio news del Comune di Casalecchio di Reno, e in Che succede dell'Associazione Percorsi di Pace.

Ricordiamo che dal 2017 il CDMPI cura questa rubrica, commentando i manifesti tratti dalla sua raccolta, scegliendo i temi e gli argomenti; da settembre avrà un nuovo format.

Un manifesto al mese sarà consultabile anche direttamente on line su questo sito.

Andrea Morpurgo scrive del CDMPI su La Repubblica il 13 luglio, in Bologna Società, delineando la sua storia e la sua attualità.

"Fondato a Bologna nel 1993, il Centro si è arricchito negli anni: è la più ampia collezione del genere nel mondo e collabora con gli istituti curando percorsi formativi per studenti e insegnanti."

"Il Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, come ricorda il presidente onorario del Centro Vittorio Pallotti, «rappresenta l’ennesima dimostrazione di come un atto semplice e spontaneo com’è quello di raccogliere un manifesto o una locandina e di conservarlo possa assumere col tempo un’importanza primaria dal punto di vista culturale e politico»."

Leggi l'articolo o scarica il pdf

2024-luglio-13-La Repubblica-articolo sul CDMPI

Il CDMPI parteciperà, nell'ambito della coalizione Europe for Peace di Bologna, alla Festa della CGIL "Dai luoghi di lavoro al sindacato di strada" che si svolgerà dal 4 al 6 luglio nell'area della Cineteca di Bologna, Piazzetta Pasolini e Piazzetta Anna Magnani.
Il programma della festa prevede conferenze, seminari, presentazioni di libri, film e concerti.
Noi saremo presenti con le nostre pubblicazioni e i nostri manifesti.
Si segnala l'incontro di giovedì 4 luglio ore 19:

La via Maestra: Pace e Costituzione

Vedi programma della Festa

Lunedì 2 ottobre alle 10 ci sarà una conferenza stampa di fronte alla base militare di Ghedi per presentare la denuncia sottoscritta da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste e singoli cittadini, tesa ad accertare la presenza di ordigni nucleari in territorio italiano e a verificarne l'illegalità sulla base della normativa interna e internazionale.

Leggi la sintesi della denuncia.

La denuncia trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma chiede ai magistrati inquirenti di indagare innanzitutto per accertare la presenza di ordigni nucleari sul territorio nazionale e, di conseguenza, le eventuali responsabilità, anche sotto il profilo penale, dell’importazione e della detenzione.
La denuncia afferma che la presenza di armi nucleari sul territorio italiano può considerarsi certa anche se mai ammessa ufficialmente dai vari governi che si sono succeduti. Le fonti sono molteplici e vanno da articoli di giornale mai smentiti ad autorevoli riviste scientifiche e atti politici.
La denuncia distingue fonti nazionali e fonti internazionali.
Tra le prime ricorda la risposta del ministro Mauro a un’interrogazione parlamentare del 17 febbraio 2014, risposta che, mirando a legittimare la presenza degli ordigni, implicitamente ne riconosce l’esistenza. Tra le fonti si citano anche un documento del CASD (Centro alti studi difesa) e del CEMISS (Centro militare di studi strategici). Molteplici anche le fonti internazionali. In particolare si ricorda la ricerca di Bellingcat ( associazione di ricercatori, studiosi e giornalisti investigativi) del 28 maggio 2021.    I risultati di questa ricerca sono paradossali perché mentre i governi europei si ostinano nel rifiutare ogni informazione, le forze armate statunitensi usano applicazioni per memorizzare i numerosi dati necessari alla custodia degli ordigni. È accaduto che le schede di queste applicazioni siano diventate di dominio pubblico per negligenza dei militari statunitensi nell’uso delle app.
Sulla base delle molteplici fonti citate la presenza di ordigni nucleari in Italia, e specificamente circa 90 nelle basi di Ghedi e Aviano, può considerarsi certa.
La denuncia ricorda che l’Italia ha sottoscritto 24 aprile 1975 il
Trattato di non proliferazione ed invece non ha firmato e ratificato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari approvato il 7 luglio 2017 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Anche in assenza di questa sottoscrizione che esplicitamente ed automaticamente
qualificherebbe come illegale la detenzione di ordigni nucleari la denuncia sostiene che l’illegalità è certa.
Sono analiticamente passate in rassegna le varie normative sulle armi (la legge 110/75; la legge 185/90; la legge 895/67; il TULPS) e si conclude affermando che gli ordigni atomici rientrano nella definizione di “armi da guerra” (legge 110/75) e in quella di “materiali di armamento” (legge 185/90, art.1).
Infine la denuncia affronta la questione della presenza o meno di licenze e/o autorizzazioni all’importazione visto che l’accertata presenza sul territorio presuppone necessariamente un loro passaggio attraverso il confine.
Il silenzio sulla presenza delle armi atomiche investe anche, inevitabilmente, la presenza o meno di autorizzazioni all’importazione. Qualsiasi autorizzazione, peraltro, confliggerebbe
con l’articolo 1 della legge 185/90 che recita:
“l’esportazione, l’importazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiale di armamento nonché la cessione delle relative licenze di produzione e la delocalizzazione produttiva devono essere conformi alla
politica estera e di difesa dell’Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della
Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
La denuncia individua nella Procura di Roma il foro competente per l’inevitabile coinvolgimento del governo italiano nella gestione delle armi nucleari.
La denuncia supportata da 12 allegati è sottoscritta da 22 attivisti, pacifisti, antimilitaristi alcuni dei quali rivestono posizioni apicali in associazioni nazionali.

 

 

 

La storia del CDMPI "40 anni di manifesti per la pace 1981-2021", scritta da Vittorio Pallotti, è stata pubblicata sul notiziario giapponese Muse Newsletter, di Japanese Citizens’ Network of Museums for Peace, nel mese di giugno.

L'articolo lo si può consultare e leggere nel notiziario in inglese (pp. 15-24)  e nella versione originale giapponese (pp. 19-24).

Muse Newsletter No 50 June 30 2023

平和のための博物館市民ネットワーク通信『ミューズ』第52号_202306