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Roma, 14 marzo 2018

Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, on.le Angelino Alfano

e p.c. Segretaria generale, amb. Elisabetta Belloni Capo di Gabinetto, min. plen. Gian Lorenzo Cornado Vice Segretario generale, min. plen. Michele Baiano Vice Capo di Gabinetto, cons. amb. Lorenzo Fanara Capo Segreteria, dott. Andrea Caputo Consigliera per la comunicazione, dott.ssa Danila Subranni Segretario particolare, dott. Roberto Rametta Capo Ufficio rapporti con il Parlamento, cons. amb. Alessandro Prunas Capo Ufficio legislativo, cons. amb. Stefano Soliman Capo Servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale, min. plen. Marco Peronaci

Con la presente Vi sottoponiamo una nostra proposta per riportare la pace nel cantone di Afrin, attualmente sotto assedio dalle forze armate della Turchia. Auspichiamo che, con procedura di urgenza, il Consiglio di Sicurezza voti una risoluzione simile alla Risoluzione 1701 del 2006 (Operazione Leonte poi UNIFIL) che autorizzò la creazione nel Libano, sotto guida italiana, di una "forza cuscinetto" tra i contendenti israeliani, libanesi e Hezbollah. Nella situazione siriana, si tratterebbe di far rientrare le truppe turche entro i confini della Turchia; tale ritiro, verificato da una forza simile all'UNIFIL (ora "UNIFIS"), coinciderebbe con il parallelo dispiegamento di forze armate siriane a sud della frontiera; esse prenderebbero il controllo delle aree precedentemente occupate dalle forze turche. In tale contesto le unità UNIFIS servirebbero come "forze cuscinetto" tra i combattenti turchi, siriani e, ancora più a sud/sudest, curdi. Questa operazione consentirebbe alla Turchia di poter asserire di aver impedito definitivamente il passaggio di armi o milizie curde dal cantone di Afrin verso la Turchia e in senso contrario - il casus belli, perlomeno formale, dell'attuale conflitto.

Abbiamo lanciato questa proposta il 12 marzo u.s. sul nostro sito web: https://www.peacelink.it/pace/a/45169.html

Ora Vi chiediamo formalmente di assumere questa proposta, opportunamente rivista - o qualsiasi proposta analoga, cioè che abbia le stesse finalità - in tutte le sedi e in tutte le istanze dove il Governo Italiano è legittimato a esprimersi sul conflitto in corso. Riponiamo nelle vostre mani la nostra speranza di pace.

Distinti saluti. Alessandro Marescotti Patrick Boylan - PeaceLink - Telematica per la pace www.peacelink.it - Casella postale 2009, 74100 Taranto

“Pronto?”. “Buongiorno”. “Mi chiamo Fiorella e sto telefonando da Bologna”.

“Io faccio parte di un'organizzazione di volontari che si chiama CENTRO DI DOCUMENTAZIONE  DEL MANIFESTO PACIFISTA INTERNAZIONALE”. ”Veniamo considerati dalla Rete dei Musei per la Pace come un Museo. Abbiamo delle grandissime cassettiere che contengono tantissimi MANIFESTI, che sono circa  5.000”. “Ora: perché io sono intervenuta ?”. ”Due o tre persone fa’, diciamo, video telefonate o SMS, un signore ha detto che non si sente chi progetta, chi propone, di eliminare la produzione di armi ”. “E questo sarebbe un deterrente, ovviamente molto importante, contro le guerre e contro gli attentati”. ”Ora, questo non è vero”. “I pacifisti vengono sempre poco…, diciamo: poco sostenuti dai Media, e io lo so perché lavoro in questo campo”.” Ora, per esempio, la settimana scorsa a Ghedi c’era una manifestazione attorno alla base militare di Ghedi: CONTRO LE ARMI NUCLEARI E CONTRO LE ARMI IN GENERE”.

Il giornalista del Manifesto che questa settimana conduce il Filo diretto di Prima pagina: “Ne abbiamo parlato i giorni scorsi grazie alla testimonianza di una ascoltatrice”.

Fiorella: “Questo mi è sfuggito”. “Però abbiamo visto che anche sui giornali non è passato! Anche sul Manifesto noi non ce ne siamo accorti che è stato scritto“.

Giornalista del Manifesto: ”Noi l’abbiamo fatto!”. “Le posso assicurare!”

Fiorella: “Allora, meglio”. “ Allora io vorrei fare presente all'opinione pubblica che, comunque, L’ESTATE SCORSA, ERA IL 7 LUGLIO 2017, ALL’ONU C’È STATA UNA RIUNIONE INTERNAZIONALE POICHÉ VOLEVANO PROMUOVERE LA MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI”.

Giornalista del Manifesto: “Senta, mi scusi se la interrompo, perché vorrei approfittare di lei per dirle… Mentre lei mi parlava sono andato velocemente nel sito internet del vostro CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DEL MANIFESTO PACIFISTA. C’è anche una  GALLERIA DI MANIFESTI molto bella. CONSIGLIO AI RADIOASCOLTATORI DI DAR LORO UN’OCCHIATA".                                                       “Qual è il manifesto più recente che tenete nella vostra collezione?"

Fiorella: “Ma guardi, intanto, LA MARCIA PER LA PACE DEL PRIMO GENNAIO”.

Giornalista del Manifesto: “Primo gennaio di quest’anno?”

Fiorella: “di quest’anno”.

Giornalista del Manifesto: “Perfetto”.”Dunque CI SONO ANCORA MANIFESTAZIONI”. "Chiuda pure la telefonata”. “Le dico qualcosa”. "Mi può ascoltare alla radio".

“Quanti anni sono passati? Tanti! Da quando il New York Times definì IL PACIFISMO,  IL MOVIMENTO PACIFISTA, LA SECONDA POTENZA MONDIALE". “E quando, nelle nostre città, nei balconi delle nostre città, vedevamo la BANDIERA ARCOBALENO DEL MOVIMENTO PACIFISTA”.

“E, anche da noi, c’erano GRANDI MANIFESTAZIONI FREQUENTI , GRANDI MANIFESTAZIONI PACIFISTE”. “Io ricordo, anche il mio giornale ne promosse una, qua a Roma, non tantissimi anni fa’". “Eppure LA SITUAZIONE [d’oggi]”. “NON possiamo parlare di un mondo pacificato”. “NO”. “Per nulla”. “La situazione [d’oggi]”. “LO SCENARIO DI GUERRE MONDIALI”. “LA GUERRA. LA  TERZA  GUERRA  MONDIALE   PER  PEZZI, per citare il citatissimo PAPA FRANCESCO”. “E, va avanti tranquillamente”.

“Il MOVIMENTO PACIFISTA: È PASSATO TOTALMENTE IN SECONDO PIANO”.

“Molto bella questa vostra iniziativa e grazie della testimonianza”. “E, ripeto, invito gli ascoltatori ad andare a vedere quanto meno, SUL SITO INTERNET, questa COLLEZIONE DI MANIFESTI PACIFISTI che mette insieme il CENTRO DI COCUMENTAZIONE DEL MANIFESTO PACIFISTA INTERNAZIONALE.                                  Lo trovate facilmente con una ricerca in Rete."

(Sbobinato da Concetto Valente, mattina 25/1/2018)

PREMIO NOBEL ALL'ICAN: SI RILANCI LA MOBILITAZIONE PER IL DISARMO NUCLEARE NEL MONDO E PER LA RATIFICA ITALIANA DEL TRATTATO DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

I Disarmisti esigenti salutano con gioia il premio Nobel per la pace assegnato all'International Campaign to Abolish Nuclear Weapons - ICAN, la rete pacifista che è stata l'anima e la coordinatrice della mobilitazione della società civile per l'ottenimento dello storico risultato del Trattato di proibizione delle armi nucleari-TPAN, adottato da una Conferenza ONU lo scorso 7 luglio.

Dell'ICAN fanno parte 486 organizzazioni di 101 paesi, ed anche l'Italia ha membri attivi e partecipanti all'attività nazionale ed internazionale.

La motivazione ufficiale del Premio si richiama alla necessità che esso serva ad "attirare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari" e a supportare "gli sforzi innovativi del trattato per il divieto dell’uso di tali armi”.

Questo trattato che interdice gli ordigni atomici è infatti boicottato dalle potenze nucleari (anche se con atteggiamenti diversi) ed è stato recentemente respinto da una dichiarazione NATO, il blocco militare che considera la deterrenza nucleare "suprema garanzia di sicurezza", con l'avallo dell'Italia, proprio lo stesso giorno (il 20 settembre) in cui al Palazzo di Vetro era in corso la cerimonia per l'aperture delle firme e delle ratifiche che dovrebbero portare alla sua entrata in vigore.

Lo stesso Parlamento italiano, con una mozione della maggioranza approvata il 19 settembre, aveva impegnato il governo a valutare l'ipotesi di aderirvi, ma solo previo accordo con gli altri Alleati (abbiamo visto che la NATO, con il suo Consiglio generale, non ha perso tempo a pronunciarsi).

I Disarmisti esigenti a livello internazionale, in concordanza con ICAN, sostengono che il nuovo Trattato di proibizione, una volta entrato in vigore, debba diventare il pilastro di un ordine giuridico internazionale che inquadri il "vecchio" Trattato di non proliferazione- TNP, funzionalizzandolo ad un percorso che porti al disarmo nucleare totale, diritto dell'umanità da esigere e rendere effettivo.

La centralità non è del vecchio TNP ma del nuovo TPAN, che dovrebbe salvarci dall'incubo di una guerra nucleare che può essere scatenata persino per caso, per incidente e per errore di calcolo; e che oggi, nella crisi coreana, è addirittura esplicitamente minacciata da irresponsabili leader, incuranti che dall'escalation delle parole (e delle esercitazioni) si può passare a quella dei fatti catastrofici.

A livello nazionale, sperano che questo premio Nobel all'ICAN serva, almeno in parte, a rompere il muro del silenzio che impedisce all'opinione pubblica italiana di essere a conoscenza dei gravi pericoli che corre, ma anche che a livello globale, nel mondo, ci si sta dando da fare concretamente per evitarli.  Il governo italiano, spinto da una consapevolezza popolare, potrà ritornare sui suoi passi e ratificare il TPAN: forse una nuova rappresentanza parlamentare più sensibile al disarmo nucleare come priorità delle priorità (siamo a pochi mesi delle elezioni politiche) può rendere possibile la svolta.

E' possibile agire e pesare dal basso per costruire un mondo disarmato e di giustizia, cercando la pace con vie di pace, anche a partire da scelte di disarmo unilaterale del nostro Paese: ad esempio lo sganciamento dal nuclear sharing della NATO rispedendo al mittente le "atomiche" che gli USA dispiegano nelle nostre basi o fanno transitare nei nostri porti.

Per sostenerle, queste scelte, si può aderire on-line all'appello rinvenibile alla URL:

https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminucleari