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Si è svolta a Bologna il 9 e 10 marzo la quinta assemblea della Rete nazionale della pace, aperta a movimenti, associazioni, sindacati, circoli, comitati locali, altre Reti, allo scopo di aprire un confronto e discussione a partire da tre quesiti:

  • cosa significa oggi mantenere la pace in una visione universalistica;
  • come favorire e sostenere le iniziative dal basso, dai territori e dalle città, cooperando per obiettivi comuni;
  • come unire le piattaforme a livello nazionale per contrastare la barbarie e l’indifferenza che ci circondano.

I lavori, dopo il saluto di Simonetta Saliera (Presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna), si sono sviluppati affrontando nell’ordine i vari temi in agenda.

Si è iniziato con il considerare quali sono i punti di forza e gli ostacoli da rimuovere per sostenere la pace. Ha aperto gli interventi padre Zanotelli che si è detto sfiduciato per la situazione del movimento della pace italiano, invitandolo a mobilitarsi per la giustizia ed a reagire unito di fronte alle posizioni assunte dalla “tribù bianca” di difesa dei propri privilegi con l’adozione di misure di sicurezza e di riarmo.

Maderloni (ANPI) ha ribadito come la pace non sia tale se non è ricerca di più giustizia, più diritti, più democrazia e nel contempo contrasto al sentimento di paura che si è impadronito di molti.

Scognamiglio (Movimento Focolari Italiani) ha segnalato come occorra sviluppare di più l’informazione, soprattutto nei confronti dei giovani, dato che all’interno dello stesso movimento cattolico c’è ancora molta disinformazione e disillusione.

Ceronetti (Movimento Europeo) ha sottolineato l’impegno che l’Unione Europea deve porre per la risoluzione pacifica dei conflitti, anche attraverso i Corpi di pace europei, superando gradualmente eventuali forme di difesa armata comune.

Pugliese (Movimento Nonviolento) ha osservato come dopo le elezioni del marzo 2018 il quadro sia peggiorato e la logica del nemico, la sua demonizzazione, hanno preso il sopravvento raccogliendo il consenso popolare. Di fronte all’estendersi della violenza diretta, culturale e strutturale, il movimento per la pace deve riprendere un lavoro di lunga durata e rilanciare l’educazione e formazione, l’obiezione di coscienza, le campagne di disobbedienza civile e per la difesa civile non armata e nonviolenta.

Camusso (CGIL) ha sottolineato, fra l’altro, come occorra ragionare sull’avvio di politiche di riconversione delle fabbriche d’armi, superando le resistenze presenti nel mondo sindacale e anche in casa CGIL.

Si è quindi passati al secondo blocco di argomenti, incentrato sulla presentazione di esperienze e realtà locali.

Attraverso le testimonianze dei rappresentanti di alcuni enti e associazioni (Consulta Nazionale degli Enti in Servizio Civile, Bologna Accoglie, Movimento di cooperazione educativa “Salta Muri”, Comitato RWM Domusnovas, Coordinamento modenese della pace, Gruppo “Salviamoli, Salviamoci!”, Tavolo Interventi Civili di Pace, …) si è avuto uno spaccato di un’Italia diversa, che opera per l’integrazione, per il rispetto delle diversità, per i diritti umani, per lo sviluppo sostenibile, per il disarmo e il ripudio della guerra.

Ha portato il suo saluto anche l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi.

Nella terza sessione dei lavori la comunicazione e discussione si è focalizzata sulla presentazione e proposta di campagne e iniziative di mobilitazione nazionale, allo scopo di trovare possibilità di convergenza e valorizzazione.

Caveggion ha presentato le linee della nuova Marcia mondiale della pace (partenza ottobre 2019, arrivo marzo 2020), a dieci anni di distanza dalla precedente ed ha invitato a partecipare alla sua progettazione in Italia e realizzazione, costruendo nei territori e in ogni regione occasioni di informazione e mobilitazione, a partire dalle scuole.

Pallucchi (Legambiente) ha portato l’attenzione sulla questione climatica, ribadendo come la giustizia ambientale e la giustizia sociale si intrecciano. Il movimento per la pace deve quindi fare alleanze con i movimenti sociali emergenti, assumendo anche l’ambientalismo come occasione per avviare cantieri di lavoro comune.

Valpiana (Movimento Nonviolento) ha osservato che mentre sono vive le realtà locali c’è una debolezza di regia della Rete e una difficoltà di interconnessione e indirizzo delle iniziative. A ciò si aggiunge una difficoltà di comunicazione sia interna che esterna. Occorre rilanciare il movimento con cinque Campagne: Yemen, banche armate, F35, difesa civile non armata nonviolenta, Italia Ripensaci. Nel contempo il movimento deve reagire con una offensiva di carattere politico culturale sul tema della legittima difesa armata. Deve inoltre continuare l’impegno per la formazione alla nonviolenza dei giovani in servizio civile.

Sono seguiti altri interventi fra cui quello di padre Zanotelli che ha proposto alla Rete di dotarsi di strumenti idonei per l’organizzazione e la comunicazione ( segreteria, blog etc.), di impegnarsi a preparare con la Tavola della Pace la nuova Marcia Perugia Assisi, di fare una nuova Arena di pace a Verona e di rilanciare la Campagna “Banche armate”.

Al termine degli interventi Sergio Bassoli, del Coordinamento della Rete, ha indicato alcune proposte generali d’azione così riassumibili:

  • costruire, da parte della Rete nazionale della pace e della Rete disarmo, un coordinamento unitario e una piattaforma unitaria fondata su articolazioni territoriali;
  • realizzare una piattaforma basata su temi interconnessi e obiettivi concreti;
  • mantenere l’autonomia territoriale nel fissare gli appuntamenti, ricercando nel contempo gli obiettivi convergenti su scala nazionale e internazionale;- dare avvio ad un sistema di comunicazione comune fra centro e periferia, dotato di risorse adeguate e con il supporto di specialisti.

Locandina

Il CDMPI ha partecipato in qualità di partner, al progetto e alla realizzazione, con una selezione di manifesti, della mostra “100 anni di pace: la costruzione della pace dal 900 ad oggi” organizzata dal Centro Sereno Regis di Torino e inaugurata nel Novembre 2018, con la presenza di  una rappresentanza del CDMPI.

La mostra è organizzata in tre sezioni:                                  Prima sezione - No alla guerra: superare l’idea di nemico.
Seconda sezione - “Satyagraha”: la forza della nonviolenza per costruire giustizia.                                              Terza sezione - Gaia, la nostra casa comune: fare la pace con la Natura.

Ingresso alla mostra
Allestimento mostra
Rappresentanza CDMPI

Venerdì 16 marzo mille studenti e insegnanti del Friuli Venezia Giulia s'incontreranno nelle trincee del Carso goriziano per dare vita ad una grande manifestazione di pace contro le guerre, la violenza e l'indifferenza. A 100 anni dalla fine della prima guerra mondiale, a 7 anni dallo scoppio della guerra in Siria, gli studenti, dagli 8 ai 20 anni, ritorneranno nelle trincee dell'Inutile Strage per dire basta a tutte le stragi che continuano a insanguinare il mondo.

Per informazioni:                                                                                                 Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani                         tel. 075/5722148 email info@scuoledipace.it - www.lamiascuolaperlapace.it

Centro culturale Il Bargello, Baricella (Bologna)

In occasione dell'8 Marzo, dal 7 al 15 marzo si è tenuta la mostra di manifesti "Donne e Pace" a cura del CDMPI, per l'Assessorato alla cultura del Comune di Baricella (Bologna), presso il Centro culturale Il Bargello.

Manifesto della mostra

 

 

“Pronto?”. “Buongiorno”. “Mi chiamo Fiorella e sto telefonando da Bologna”.

“Io faccio parte di un'organizzazione di volontari che si chiama CENTRO DI DOCUMENTAZIONE  DEL MANIFESTO PACIFISTA INTERNAZIONALE”. ”Veniamo considerati dalla Rete dei Musei per la Pace come un Museo. Abbiamo delle grandissime cassettiere che contengono tantissimi MANIFESTI, che sono circa  5.000”. “Ora: perché io sono intervenuta ?”. ”Due o tre persone fa’, diciamo, video telefonate o SMS, un signore ha detto che non si sente chi progetta, chi propone, di eliminare la produzione di armi ”. “E questo sarebbe un deterrente, ovviamente molto importante, contro le guerre e contro gli attentati”. ”Ora, questo non è vero”. “I pacifisti vengono sempre poco…, diciamo: poco sostenuti dai Media, e io lo so perché lavoro in questo campo”.” Ora, per esempio, la settimana scorsa a Ghedi c’era una manifestazione attorno alla base militare di Ghedi: CONTRO LE ARMI NUCLEARI E CONTRO LE ARMI IN GENERE”.

Il giornalista del Manifesto che questa settimana conduce il Filo diretto di Prima pagina: “Ne abbiamo parlato i giorni scorsi grazie alla testimonianza di una ascoltatrice”.

Fiorella: “Questo mi è sfuggito”. “Però abbiamo visto che anche sui giornali non è passato! Anche sul Manifesto noi non ce ne siamo accorti che è stato scritto“.

Giornalista del Manifesto: ”Noi l’abbiamo fatto!”. “Le posso assicurare!”

Fiorella: “Allora, meglio”. “ Allora io vorrei fare presente all'opinione pubblica che, comunque, L’ESTATE SCORSA, ERA IL 7 LUGLIO 2017, ALL’ONU C’È STATA UNA RIUNIONE INTERNAZIONALE POICHÉ VOLEVANO PROMUOVERE LA MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI”.

Giornalista del Manifesto: “Senta, mi scusi se la interrompo, perché vorrei approfittare di lei per dirle… Mentre lei mi parlava sono andato velocemente nel sito internet del vostro CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DEL MANIFESTO PACIFISTA. C’è anche una  GALLERIA DI MANIFESTI molto bella. CONSIGLIO AI RADIOASCOLTATORI DI DAR LORO UN’OCCHIATA".                                                       “Qual è il manifesto più recente che tenete nella vostra collezione?"

Fiorella: “Ma guardi, intanto, LA MARCIA PER LA PACE DEL PRIMO GENNAIO”.

Giornalista del Manifesto: “Primo gennaio di quest’anno?”

Fiorella: “di quest’anno”.

Giornalista del Manifesto: “Perfetto”.”Dunque CI SONO ANCORA MANIFESTAZIONI”. "Chiuda pure la telefonata”. “Le dico qualcosa”. "Mi può ascoltare alla radio".

“Quanti anni sono passati? Tanti! Da quando il New York Times definì IL PACIFISMO,  IL MOVIMENTO PACIFISTA, LA SECONDA POTENZA MONDIALE". “E quando, nelle nostre città, nei balconi delle nostre città, vedevamo la BANDIERA ARCOBALENO DEL MOVIMENTO PACIFISTA”.

“E, anche da noi, c’erano GRANDI MANIFESTAZIONI FREQUENTI , GRANDI MANIFESTAZIONI PACIFISTE”. “Io ricordo, anche il mio giornale ne promosse una, qua a Roma, non tantissimi anni fa’". “Eppure LA SITUAZIONE [d’oggi]”. “NON possiamo parlare di un mondo pacificato”. “NO”. “Per nulla”. “La situazione [d’oggi]”. “LO SCENARIO DI GUERRE MONDIALI”. “LA GUERRA. LA  TERZA  GUERRA  MONDIALE   PER  PEZZI, per citare il citatissimo PAPA FRANCESCO”. “E, va avanti tranquillamente”.

“Il MOVIMENTO PACIFISTA: È PASSATO TOTALMENTE IN SECONDO PIANO”.

“Molto bella questa vostra iniziativa e grazie della testimonianza”. “E, ripeto, invito gli ascoltatori ad andare a vedere quanto meno, SUL SITO INTERNET, questa COLLEZIONE DI MANIFESTI PACIFISTI che mette insieme il CENTRO DI COCUMENTAZIONE DEL MANIFESTO PACIFISTA INTERNAZIONALE.                                  Lo trovate facilmente con una ricerca in Rete."

(Sbobinato da Concetto Valente, mattina 25/1/2018)