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CONCLUSA LA DIGITALIZZAZIONE DELLE MOSTRE ITINERANTI DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DEL MANIFESTO PACIFISTA INTERNAZIONALE – CDMPI DI CASALECCHIO DI R. (Bologna)

    Nel 35° della sua fondazione il CDMPI completa e rende disponibile il quadro di una delle sue principali attività in Italia e all’estero dal 1985 al 2020.

    Curata da Fiorella Manzini e Vittorio Pallotti e preceduta da una breve presentazione, la digitalizzazione dei riferimenti organizzativi e tematici alle 290 mostre allestite è a disposizione di tutte le persone a vario titolo interessate.

    Il lavoro, sintesi di una corposa mole di informazioni da diverse fonti, è ora pronto per la consultazione e aperto al contributo di conoscenza e riflessione di studiosi, educatori, operatori dell’informazione, politici, amministratori.

    Scopo del CDMPI è la raccolta di questi contributi per meglio conoscere e capire quale e quanta parte del mondo pacifista e ambientalista abbia lavorato sui temi della pace, della nonviolenza e dell’ambiente. Conoscenza che riveste una particolare importanza nel settore dell’educazione alla pace e nei suoi risvolti inter- e multidisciplinari: storici, linguistici, estetici, culturali, religiosi.

Questo manifesto del 1988 è stato realizzato dal Comune di Bologna in occasione del 43° anniversario della liberazione di Bologna.

Domina su tutto la figura di una giovane donna che porta sulla spalla una bandoliera colorata con i colori dell’arcobaleno: gli stessi della bandiera della pace. La figura fa parte di un gruppo di due statue in bronzo, a grandezza naturale, opera post-bellica del famoso scultore bolognese Luciano Minguzzi. L’altra statua, non riportata sul manifesto, rappresenta un giovane uomo partigiano che imbraccia un fucile. La colorazione della bandoliera è un’aggiunta grafica nel manifesto.

Una domanda viene spontanea: perché il Comune di Bologna ha deciso di colorare la bandoliera con i colori dell’arcobaleno? Una risposta ufficiale non esiste. Ne esiste solo una ufficiosa: la seguente. Nei mesi precedenti le celebrazioni del 25 Aprile 1988, alcuni esponenti del pacifismo nonviolento bolognese scrissero una lettera al sindaco di Bologna, Renzo Imbeni. Nella lettera si lamentava il fatto che quel gruppo scultoreo, posto alla base del cassero di Porta Lame (1), sui viali di circonvallazione e quindi in posizione ben visibile dalle migliaia di auto e moto che ogni giorno li percorrono, ricordava a tutti una forma di resistenza, quella armata: lasciando pensare, per l’ennesima volta, che quella fosse stata l’unica forma di resistenza. Un messaggio, quindi, solo parziale che certo non aiutava a far conoscere alla popolazione l’esistenza di altre forme di lotta, non armata e nonviolenta, storicamente avvenute. Pertanto, anche al fine di rafforzare l’educazione alla nonviolenza e alla conseguente predisposizione di forme di lotta e di difesa alternative a quella armata, gli estensori della lettera proponevano di installare sull’altro lato del cassero un gruppo scultoreo che, ad esempio, raffigurasse un uomo e una donna che, con le braccia incrociate, potevano rappresentare due operai in sciopero contro la produzione bellica nazifascista (scioperi realmente verificatisi tra il 1944 e il 1945).

La risposta del sindaco fu negativa. Ma, con sorpresa dei pacifisti, nei giorni precedenti la ricorrenza, sui muri di Bologna comparvero questi manifesti, con il loro carico di ambiguità e di contraddizioni. Poteva la pace essere identificata con una bandoliera porta-munizioni per il fucile del partigiano? O anche solo rappresentare la speranza che dalla canna di un fucile potesse sgorgare una pace fondata su verità e giustizia? Poteva, ancora una volta, la donna essere raffigurata in posizione del tutto subalterna all’uomo in quanto di semplice supporto all’azione armata del partigiano?

Nonostante ciò, i pacifisti videro con soddisfazione questa ‘trovata’ del Comune, molto probabilmente provocata da quella lettera.

(1) Qui, il 7 novembre 1944 avvenne una delle più importanti  battaglie tra partigiani e truppe nazifasciste.

Tratto da
"Manifesti raccontano... le molte vie per chiudere con la guerra",
di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, Grafiche Futura srl, Trento, novembre 2014, pp. 114-115
Si può avere il libro (€ 20,00 + spese di spedizione) scrivendo a: vittoriopallotti@libero.it

"Nessuno dei mali che si vuole eliminare con la guerra è un male così grande come la guerra stessa".  Bertrand Russell

Il manifesto Pace da tutti i balconi!, del 2003, fa parte della mostra itinerante "Manifesti raccontano... le molte vie per chiudere con la guerra" (34 manifesti), e pubblicato dal CDMPI nel 2014 (Grafiche Futura, Trento) nel volume omonimo, a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, con prefazioni di Peter van Den Dungen e Joyce Apsel.

Questo manifesto ci può ricordare il grande movimento pacifista italiano di inizio secolo, ma ancor più ci proietta nell'attualità di un gesto e la necessità di riaffermare parole e gesti di Pace.
In questo tempo del Covid si parla del virus come del nemico, e il linguaggio dei Media impiega ripetutamente la parola "guerra" e tutta la sua retorica.
Immagini di guerra, con militari in azione di pace, questa volta non all'estero; giornalisti e politici che sentenziano che una guerra è in corso e che non ci sarà un'altra Caporetto, ma solo la vittoria del Piave.
Sono solo alcuni esempi che enunciano, in modo non occulto, e impongono attraverso "il massaggio dei media" (M. McLuhan),  la visione del mondo e della vita che ha come  slogan "La guerra igiene del mondo".
Bologna, dal 2003 al 2020, bandiere di Pace ai balconi

Bisogna contrapporre a questo linguaggio-messaggio un messaggio alternativo, non solo continuando ad esporre bandiere di Pace, ma sollecitando la trasformazione dell'esercito in un sorta di Caschi Bianchi per intervenire nelle diverse situazioni di emergenza.

Dove regnano la giustizia e l'amore, la violenza sparisce.

Mostra di manifesti, tratti dall'archivio del CDMPI, dal 7 al 29 marzo 2020 presso la sede della Pro Loco di Castelfranco Emilia (Modena) in piazza Garibaldi.

Apertura: martedì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 10 alle 12. Ingresso libero.  Per info                                          https://www.facebook.com/prolocodicastelfrancoemilia/ prolococastefrancoemilia@gmail.com

Locandina iniziativa

Premessa alla 2.a edizione della mostra di manifesti

La mostra di manifesti ”Religioni per la Pace” , una prima volta fu predisposta nel 2008. Da allora  non molti manifesti sono stati aggiunti, poiché la comunicazione sugli eventi si propaga, ora, prevalentemente sul web. Con questa tecnologia si incrementa la velocità delle informazioni, ma anche si diffondono notizie false e violenze verbali che possono avere conseguenze nella realtà. Capire quanto viene divulgato è più che mai   importante anche perchè le azioni di ciascuno hanno una ricaduta sulla intera società: ciò dovrebbe indurre a riflettere. 

Ogni comportamento dovrebbe nascere dalla consapevolezza di difesa della propria umanità che “vive” e si realizza nel rapporto con l'ambiente e con tutti gli altri esseri viventi.

Gli uomini hanno espresso il loro pensiero con  tanti linguaggi,  hanno abbellito ed ornato i luoghi in cui vivevano inventando vari stili e, nel cercare di rispondere all'afflato interiore dello spirito che esiste in ognuno, si sono espressi con modalità diverse creando le religioni.

Conoscere le religioni aiuta a conoscere l’evolversi del pensiero dell’umanità.  

a cura del CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale

Casalecchio di Reno (Bologna), Febbraio 2020

 

 

Martedì 11 febbraio alla Casa per la Pace "La Filanda" del Comune di Casalecchio di Reno (Bologna) si è tenuta la conferenza "Una lettura del disordine mondiale tra ragione e fede" con Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, e S.E. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna. La conversazione è stata condotta da Sergio Caserta, giornalista e blogger di Il Fatto Quotidiano e Il manifesto in rete.

A fronte dell'instabilità degli scenari internazionali, o addirittura di una "terza guerra mondiale a pezzi", orfani delle categorie politiche del passato, le piste da seguire per essere utili a se stessi e alla comunità in cui si vive, nella dimensione laica come in quella religiosa.

A cura del Gruppo Nonviolenza di Percorsi di Pace.

http://www.casaperlapacelafilanda.it/

casapacefilanda.info@gmail.com

Foto di Bruno Stefani