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Le armi sfilano alle fiere internazionali dell'industria della difesa

E’ evidente l’intento satirico del manifesto e l’amara ironia del titolo: la scena ripropone l’assetto di una sfilata d’alta moda con soggetti impegnati a preparare o condurre conflitti armati.

Figure rese con un espressionismo grottesco assistono alla sfilata degli armamenti che verranno acquistati. Sono le categorie principali coinvolte nella produzione e nel commercio delle armi: alti gradi della finanza, dell’esercito e potenti industriali e commercianti, tutti alleati per affermare una certa visione di “progresso”.

Le armi che sfilano si mostrano quali top model, con una variazione della postura delle gambe snelle che non paiono risentire della pesantezza del corpo/bomba e costituiscono un repertorio significativo di quanto si offre a disposizione degli acquirenti: bombe al neutrone (N) e all’idrogeno (H), missili forse di diversa gittata, insieme ad una ulteriore versione di bomba che mostra vanitosamente i suoi mutandoni rossi.

Il manifesto, prodotto dalla Lega degli Obiettori di Coscienza (L.O.C.) di Saronno, è privo di data ma risale presumibilmente agli anni ‘70 - ‘80.


A cura del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il rischio dell'ideologia militare è sempre presente nelle nostre società

Il manifesto olandese, del 1981, non presenta un messaggio scritto ma, con una grafica incisiva e inequivocabile nella sua interpretazione, indica la possibile trasformazione dell’individuo da cittadino libero a soldato inquadrato, se incapace di reagire ai meccanismi autoritari attraverso cui gli apparati di potere spesso agiscono. Piano piano, attraverso norme e leggi ad hoc e con l’uso di potenti strumenti di comunicazione, si inculcano valori e convinzioni che rendono le persone culturalmente meno indipendenti e quindi assuefatte e allineate ai modelli imposti.

Il manifesto invita dunque a porre attenzione al fatto che nelle nostre società è sempre latente il rischio di sviluppare forme di asservimento e annullamento della personalità. Forme che trovano la loro massima espressione nella ideologia e nella pratica militare.

Nel disegno, da figure di civili caratterizzate e distinte si passa man mano, attraverso una sequenza di frame, a elementi dalla postura e abbigliamento militare, fino ad arrivare ad una uniformità di volti vuoti in figure spersonalizzate perfettamente allineate che marciano a passo d’oca come automi quasi fossero ad una parata militare.

Merita ricordare che, nella sua ostentazione di virilità e prestigio, il passo d’oca esercitò un fascino non indifferente sul fascismo, tanto che Mussolini lo fece adottare nel 1938 ribattezzandolo passo romano.


A cura del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale

Aumenta sempre più il numero delle donne che scelgono il Servizio Civile

Nel 2001, dopo la lunga stagione del servizio civile obbligatorio per i giovani in età di leva obiettori di coscienza al servizio militare, è approvata la legge che istituisce il Servizio civile nazionale volontario destinato a uomini e donne dai 18 ai 26 anni interessati ad effettuare un percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale.

La Regione Emilia Romagna, con la legge regionale 20/2003, istituisce il Servizio civile regionale rendendolo accessibile senza distinzione di sesso o di appartenenza culturale o religiosa, di ceto, di residenza o di cittadinanza.

Con un manifesto di quel periodo la Regione e il Comune di Bologna pubblicizzano questa novità e opportunità, incentrandola in particolare sulla possibilità di accesso da parte delle donne. Per questo l’area del manifesto è occupata quasi interamente da un volto femminile giovanile composto da un collage di immagini verticali: un volto al plurale, con tratti che evocano identità diverse, non definite, tutte incluse.

La storia ci dirà che gradualmente aumenterà sempre più il numero delle donne che scelgono il Servizio Civile, al punto che negli ultimi anni rappresentano a livello nazionale oltre il 60% dei volontari. Una dimostrazione che, quando si rispetta l’uguaglianza delle opportunità e si promuove inclusione e coesione sociale, la risposta delle donne non manca.


A cura del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale

Dopo la pausa estiva, ritorna la pubblicazione mensile in Casalecchio news del Comune di Casalecchio di Reno, e in Che succede dell'Associazione Percorsi di Pace.

Ricordiamo che dal 2017 il CDMPI cura questa rubrica, commentando i manifesti tratti dalla sua raccolta, scegliendo i temi e gli argomenti; da settembre avrà un nuovo format.

Un manifesto al mese sarà consultabile anche direttamente on line su questo sito.