Chi l'avrebbe detto che i manifesti che, nei primi anni '80, andavo raccogliendo nelle grandiose manifestazioni contro gli euromissili (a Roma, Bonn, Amsterdam, Ginevra, …) avrebbero costituito, di lì a qualche anno, il nucleo della raccolta denominata prima ''Mostra del manifesto contro la guerra e la corsa agli armamenti, per l'educazione alla pace e alla nonviolenza'' e poi, dal 1993, Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale?
Credo utile che questa esperienza, che ho vissuto fin dall'inizio in prima persona, venga fatta conoscere perché rappresenta l'ennesima dimostrazione di come un atto semplice e spontaneo com'è quello di raccogliere un manifesto o una locandina e di conservarlo (magari sotto il letto, come ho fatto io) possa assumere col tempo un'importanza primaria dal punto di vista culturale e politico.
Infatti, dal 1985 a oggi i manifesti del Centro sono passati da circa 200 a 7000 e hanno permesso la realizzazione di almeno 300 esposizioni in diverse località dell'Italia, oltre che in Svizzera. Inoltre, attorno alla Mostra itinerante si è sviluppata una lunga serie di iniziative collaterali: dai tavoli che esponevano pubblicazioni e gadget pacifisti, alle conferenze e alle proiezioni di diapositive e audiovisivi, agli spettacoli teatrali, ai concerti, alle feste. Ancora: manifesti, volantini, comunicati stampa, che pubblicizzavano le singole iniziative locali hanno catalizzato l'attenzione di decine (forse centinaia) di migliaia di persone.
Le pubblicazioni che hanno accompagnato la Mostra itinerante
e che dai manifesti hanno trovato ispirazione sono ormai numerose e vanno dalla stampa di opuscoli a quella di cartoline
e alla produzione di saggi a carattere grafico, storico e semiotico, alcuni dei quali pubblicati nel primo catalogo che accompagnava la Mostra.
La raccolta dei manifesti è avvenuta e tuttora avviene in modo il più delle volte casuale e rappresenta una piccolissima parte dei manifesti prodotti sul tema della pace: è solo la punta di un grande iceberg. L'insieme della raccolta tocca argomenti che testimoniano vari aspetti delle idee e attività del multiforme pacifismo contemporaneo: obiezione di coscienza e servizio civile, obiezione di coscienza alle spese militari, difesa popolare nonviolenta, economia e pace, fame e disarmo, educazione alla pace, nucleare civile e militare, antimilitarismo nonviolento, ecc. Vi sono rappresentati pensieri anche molto diversi tra loro e questa pluralità di idee è stata salvaguardata per poter offrire un punto di riferimento contemporaneo e memoria storica.
Per evitare che il possibile smarrimento di qualche manifesto originale ne rendesse definitiva e irreparabile la perdita, abbiamo iniziato a fotografare in diapositiva buona parte dei manifesti dell'Archivio, mentre ora stiamo li stiamo digitalizzando.
Tutto questo lavoro non sarebbe stato possibile, originariamente, senza il contributo determinante dei militanti dell'associazione ''Antimilitarismo e disobbedienza nonviolenta - A.D.N.'' di Bologna. Dal 1984 decine di persone, con un lavoro di volontariato continuativo o saltuario, hanno permesso di rendere sempre più grande e viva la Mostra fino a provocare, nel 1993, la creazione del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale - C.D.M.P.I..
Nel 1994 l 'amico prof. Tonino Drago, docente presso il dipartimento 'Scienze della pace' dell'Università di Pisa, ci invitò, partendo dall'Archivio dei manifesti del nostro Centro, a costruire a Bologna un museo per la pace italiano. Ci abbiamo provato e il nostro progetto è diventato realtà con il trasferimento del Centro presso la Casa per la pace “La Filanda” a Casalecchio di Reno (BO).
A questo punto, è doveroso ricordare che a Paternò (CT), nel dicembre 2000 nacque il primo museo per la pace italiano. Museo che venne peraltro presentato ufficialmente a Bologna due mesi prima nell'ambito della Mostra ''50 anni di pace sui muri d'Europa (1950-2000)'' da noi organizzata. Fu proprio in quei giorni che il prof. Peter Van Den Dungen, ordinario di storia dei movimenti pacifisti all'Università della pace di Bradford in Inghilterra e coordinatore della Rete internazionale dei musei per la pace, nostro ospite per aver inaugurato la Mostra, ci informò che la nostra raccolta di manifesti, per quanto gli risultava, era la più grande al mondo e che il nostro archivio poteva essere considerato a tutti gli effetti un museo per la pace, anche se non ne aveva il nome. Da quindici anni eravamo un museo per la pace e non lo sapevamo!"
Ci pare anche utile segnalare che dal 2002 il CDMPI fa parte della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e, con la partecipazione a un incontro internazionale (Lucerna, 2002) e al IV e V Congresso della Rete (Ostenda, 2003 ; Guernica, 2005), ha iniziato un rapporto di collaborazione con alcune realtà sia europee (Bradford –GB, Wolfsegg-A, Norimberga – D, …) che extra-europee (Kochi - Giappone, New York – USA, Samarcanda – Uzbekistan, …).
Da sottolineare, infine, che nel corso del 2005 abbiamo preso una importante decisione, formalizzata dall'assemblea dell'associazione a dicembre, cioè quella di donare al Comune di Casalecchio di Reno (BO) l'intero Archivio dei manifesti, mantenendone a nostro carico la sola gestione. E' il risultato di un rapporto positivo costruito nel tempo con l'associazione “Percorsi di Pace” di Casalecchio e con lo stesso Comune (dimostratosi attento e sensibile allo sviluppo di culture e pratiche di pace), nel contempo un modo per contraccambiare e valorizzare la decisione del Comune di creare nel proprio territorio una Casa per la pace.
da una relazione del Presidente onorario Vittorio Pallotti